“Goditeli. Guarda che un giorno ti svegli e hai 30 anni”.
È stata questa una delle cose che papà mi ha detto esattamente 12 anni fa, quando sono diventato maggiorenne. Ricordo di aver pensato: Madonna che ansia! Eppure…
Immagina un time-lapse.
La festa di 18 anni a casa, poi con gli amici, la patente, la maturità, il trasferimento a Roma, gli amici nuovi, i corsi, gli esami, poi il tirocinio, la fuga da Roma, il lavoro, l’annaspare con la laurea, i lavori, la partita IVA e tutto il carico emozionale ed emotivo.
Sbam. Improvvisamente erano 30.
Io a trent’anni già…
Quante volte me lo sono sentito dire e quante volte questa voce mi ha fatto dubitare del mio percorso. Perché io a trent’anni non avevo già una casa o la prole?
Beh, sulla seconda è facile rispondere, ma sulla prima? E dopo la prima ne seguivano altre.
Quindi cercavo di rispondere con la solita vecchia tiritera del ognuno ha il suo percorso, ognuno ha le sue tappe. Ci credevo? No!
Poi i 30 sono arrivati eh.
È successo martedì 16 novembre 2021. Mancavano pochi minuti alle 0.00, ero al telefono, quando mi dicono: “Oh sono quasi 30”.
Battiti veloci. Panico, ansietta. Erano arrivati. Poi una sorta di catarsi.
E allora?
E se ci concentrassimo su tutto quello che abbiamo fatto invece che su quello che avremmo dovuto fare, poi non si sa secondo quale logica?
Sono 30 anni che sono su questa terra. Ho vinto già qualche battaglia. Ho imparato a conoscermi e a convivere con me stesso, con la mia ansia, con le mie ansie. Con le insicurezze, con tutto quel sistema complesso che di fatto sono io. Tra apprensione, eccessiva gentilezza, no non detti e sì mormorati per senso del dovere. Ho imparato a mantenermi in equilibrio tra lo stacanovismo e la voglia di godermi i miei affetti. A capire quello che volevo davvero e come volevo essere. Quindi sì: ho fatto tanto.
Tu alla mia età avevi casa di proprietà e figli. Io alla mia età ho capito che posso essere felice anche senza le due cose.
Se non è un piccolo successo questo…